Stefania Amoruso e Davide Di Bitonto classe 1^D – scienze applicate
Il 7 dicembre le classi 1^D e 1^AL hanno effettuato l’uscita didattica alle Grotte di S. Croce e al Dolmen della Chianca. Le Grotte si trovano a Bisceglie, lungo la Strada Provinciale 85, dove ad accogliere le classi c’era una giovane guida appartenente al gruppo degli scout di Bisceglie, che le ha condotte per tutto il percorso della visita facendo notare dettagli interessanti.
All’entrata della Grotta era presente un affresco rappresentante i tre santi protettori di Bisceglie, ma di questo affresco non rimane quasi nulla, sebbene si noti prevale il colore rosso-verdastro.
A scoprire la grotta è stato un contadino devoto al cristianesimo. Essa è il risultato dell’azione di un fiume che, ritirandosi al livello del mare, ha eroso la roccia e la sua fauna (datteri marini) e ha provocato vari buchi nelle pareti. Nella grotta è presente un terreno argilloso con il quale, insieme a sangue e urina, sono state create delle pitture rupestri, che raffigurano immagini floreali o gruppi di persone attorno a un fuoco. Durante la preistoria, di solito bambini, donne e malati rimanevano attorno al fuoco, mentre gli uomini andavano a caccia.
La grotta risale al Basso Paleolitico, periodo delle glaciazioni, quando le temperature erano molto basse; all’interno sono state ritrovate tracce del l’uomo Neanderthalensis. Egli aveva un naso largo, orecchie a sventola, testa piatta, era basso e per via di queste caratteristiche si adattata facilmente all’ambiente. Inoltre è stato trovato anche un femore, di cui l’originale è conservato al museo di Roma, in una tomba data la credenza nei morti.
Gli uomini del tempo per realizzare il vasellame in argilla utilizzavano la tecnica del colombino. Date le curvature e l’oscurità della grotta l’uomo per illuminarla utilizzava torce realizzate con grasso animale. Scoprì anche che era possibile conservare il cibo scavando fosse nel terreno. A causa di una frana, per motivi burocratici, la grotta venne chiusa per dieci anni e ad oggi il cunicolo non è ancora visitabile per mancanza di aereazione.
Nell’ultima stanza le pareti sono rossastre perché il terreno si è attaccato alle pareti e asciugato: questo evento viene chiamato “fenomeno meccanico della frana”. Le concrezioni sono formazioni tipiche delle rocce vengono staccate dal soffitto a causa della frana. Altri fenomeni sono: lo Stillicidio e il Carsismo costruttivo. Il Calcare si accumula e crea neoformazioni dette stalattiti e stalagmiti.
Il Dolmen di Bisceglie, noto come Dolmen “La Chianca”, è uno dei dolmen meglio conservati in Italia. Esso è costituito da tre grandi lastre verticali in pietra calcarea che sostengono una lastra orizzontale di copertura, formando una struttura a camera. Le dimensioni della camera interna sono di circa 2,20 metri di lunghezza, 1,60 metri di larghezza e 1,80 metri di altezza. Questa tipologia di costruzione, tipica del Neolitico, veniva realizzata con la tecnica del sollevamento delle pietre mediante leve e la scelta dei materiali era legata alla disponibilità locale.
La funzione principale dei dolmen era funeraria: servivano come tombe collettive e come luoghi di culto. L’analisi comparativa ha mostrato che dolmen simili erano diffusi non solo nell’area mediterranea, ma anche in altre regioni europee, suggerendo contatti culturali tra le popolazioni.
La diffusione dei dolmen nell’area egea, seppur limitata, risale principalmente all’età del Bronzo (III-II millennio a.C.) e riguarda soprattutto Anatolia occidentale e i Balcani meridionali. Queste strutture megalitiche, di solito funerarie, potrebbero derivare da migrazioni, scambi culturali o sviluppo autonomo, favoriti dai contatti marittimi dell’epoca. I dolmen rappresentano un’importante testimonianza delle interazioni culturali nel Mediterraneo antico e delle pratiche legate al culto dei morti.
Valore del sito archeologico a livello europeo e dell’UNESCO
Il Dolmen “La Chianca” e le Grotte di Santa Croce rappresentano un patrimonio archeologico di rilevanza europea per la comprensione della preistoria e delle pratiche culturali del Neolitico. Il sito è riconosciuto a livello internazionale e fa parte del patrimonio protetto dall’UNESCO come esempio significativo di architettura megalitica. La conservazione di questi luoghi è fondamentale per lo studio delle antiche civiltà e per il valore culturale e scientifico che rappresentano.
La loro costruzione nell’area egea, meno frequente rispetto all’Europa occidentale, avveniva tramite tecniche rudimentali come leve e rampe ed era favorita dagli scambi culturali tra comunità. A livello europeo, i dolmen testimoniano lo sviluppo sociale, religioso e tecnico delle prime società agricole.
All’interno del Dolmen della Chianca sono stati ritrovati tre scheletri, gioielli, vasellame. Inseriti nel Patrimonio UNESCO, i Dolmen sono fondamentali per comprendere l’evoluzione culturale e la memoria storica dell’umanità. Le Grotte e il Dolmen sono tutelate dal Patrimonio dell’UNESCO come dice l’art. 9 della costituzione italiana.
Durante questa uscita didattica abbiamo riflettuto sul fatto che l’uomo preistorico è riuscito a superare il confine del tempo ed è arrivato fino a noi con i suoi manufatti senza avere la consapevolezza che i suoi oggetti avrebbero avuto una vita così lunga. Gli oggetti e i reperti parlano anche dopo millenni alle generazioni future e il cammino della storia dell’uomo è impresso nelle tracce che le civiltà lasciano.