di Rachele Di Tacchio di 5A indirizzo Coreutico
Nell’ambito della collaborazione mattutina del Liceo “Da Vinci” di Bisceglie con la trasmissione Caffellatte di Telesveva, in diretta la mattina alle 7.45 sul sito e sulla pagina Facebook (clicca qui), vi presento la parola Armonia.
Quest’oggi discuterò con voi del termine Armonia, che è di derivazione greca e la sua etimologia rinvia a un accordo, a un’unione o una proporzione tra elementi diversi, per esempio suoni o voci, che producono tra loro una “giusta mescolanza” che genera piacere.
Il filosofo pitagorico Filolao di Crotone, vissuto tra V e IV secolo a.C. definisce esplicitamente l’armonia come ciò che esiste di più bello, in quanto “unità del molteplice composto” e “concordanza delle discordanze”.
Presso la scuola pitagorica, infatti, lo studio della musica era assimilato allo studio dell’armonia, ovvero dell’ordine, della regola numerica che teneva insieme le parti di un tutto. Poteva trattarsi di una sequenza di suoni, ma anche delle parti di un organismo, del mondo fisico nel suo complesso o di un’organizzazione sociale: la nozione di armonia andava ben al di là dell’ambito musicale e coincideva con la filosofia intesa come il sapere nel suo complesso.
All’armonia ricercata tramite la filosofia, i pitagorici attribuivano un significato terapeutico in quanto era considerata capace di agire positivamente sui turbamenti dell’anima riportando equilibrio nel caos dei sentimenti e della volontà.
Il concetto di armonia, quindi, è alla base dell’indagine filosofica sin dalla tradizione arcaica e la sua peculiarità è quella per cui l’ordine a cui giunge non esclude le opposizioni, anzi le implica, configurandosi come la loro superiore conciliazione.
In ambito estetico l’armonia esprime una ricerca di equilibrio tra forme, colori e significati che generano bellezza al punto tale che il filosofo tedesco Immanuel Kant, nella sua opera La Critica del Giudizio afferma che la bellezza risiede proprio nell’armonia tra la mente umana e il mondo esterno, proponendo una sintesi tra ragione e sentimento, elementi notoriamente divergenti.
L’armonia, che nella filosofia pitagorica rappresenta l’unità tra opposti e l’equilibrio dell’universo, trova nella danza un’espressione fisica e visibile, dove ogni movimento incarna la ricerca di proporzione e bellezza.
La danza è una forma d’arte dove l’armonia si è evoluta profondamente nel tempo. Nel Rinascimento e nel Barocco, era sinonimo di proporzione e simmetria, come nelle coreografie di corte del Re Sole, basate su grazia e perfezione.
Nel Balletto Romantico, l’armonia assume una dimensione eterea, come in “Giselle,” dove il movimento simboleggia leggerezza e trascendenza. Con la danza moderna e contemporanea, coreografi come Martha Graham e Pina Bausch ampliano questo concetto, esplorando contrasti come tensione e rilassamento, dissonanza e fluidità, creando un’armonia più dinamica e intensa. L’armonia nella danza è un concetto che evolve, rispecchiando l’estetica e le sensibilità sociali del tempo. Dalla simmetria della danza di corte alla leggerezza del balletto romantico, fino alle intense espressioni moderne e alle collaborazioni multiculturali contemporanee, rappresenta la continua ricerca di equilibrio tra bellezza, espressione e innovazione.
Più di un valore estetico, l’armonia è un ideale etico e sociale, capace di rispondere alle sfide della modernità, incarnando un modello di convivenza inclusiva e rispettosa.