«Nostalgia», la parola del giorno a Caffellatte su Telesveva

di Sofia Bottino di 5AL Indirizzo linguistico

Nell’ambito della collaborazione mattutina del Liceo “Da Vinci” di Bisceglie con la trasmissione Caffellatte di Telesveva, in diretta la mattina alle 7.45 sul sito e sulla pagina Facebook (clicca qui), vi presento la parola Nostalgia.

Stamattina vorrei proporvi una riflessione sul tema della “nostalgia”, parola che nella sua apparente semplicità racchiude un’incredibile vastità di sensazioni e significati.

L’associamo spesso a quel confusionario turbinio di gioia, dolore e amarezza con il quale l’essere umano spesso si confronta, ma in realtà rappresenta un intero universo la cui complessità è stata analizzata in diverse discipline nel corso dei secoli.

Le sue origini vengono ricollegate all’antica cultura greca, in particolare dall’unione della parola “nostos”, ovvero “ritorno” e “algos”, vale a dire “dolore”.

Questa fu utilizzata per la prima volta dal medico svizzero Hofer nella sua “Dissertazione sulla nostalgia”, nella quale faceva riferimento al dolore fisico e mentale dei soldati svizzeri in relazione alla volontà di tornare a casa.

Alcuni intellettuali hanno definito la vita come un’altalena, in quanto essa presenta momenti di spensieratezza e gioia e alternati ad altri di completa tristezza e oscurità, i quali sono assolutamente colmi di nostalgia.

Allora il collegamento alla filosofia e in particolare a Schopenhauer diventa comprensibile, vista la sua concezione della vita umana come pendolo che oscilla tra dolore e noia, presentante dei brevi intervalli di felicità. Schopenhauer riprende infatti il carattere tipico del romanticismo tedesco noto come “Sehnsucht”, simile alla nostalgia, ma che va meglio inteso come un sentimento intenso, irrefrenabile e travolgente legato ad un desiderio irraggiungibile che tende all’infinito.

Attraverso la nostalgia infatti l’essere umano ha accesso al carattere infinito della sua interiorità, in quanto entra in contatto con ricordi passati che lo hanno forgiato come individuo.

Risulta dunque naturale sottolineare come un ruolo fondamentale sia giocato dalla memoria, in particolare quella che Leopardi identificava nella “rimembranza” e dunque la capacità di semplici elementi della quotidianità di suscitare nell’individuo il ricordo di sensazioni e situazioni ormai passate.

Pertanto ci si può soffermare sul carattere illusorio della nostalgia, che permette all’essere umano, anche solo per pochi istanti, il lusso di credere di poter tornare indietro nel tempo e riappropriarsi così di ciò che la fugacità del tempo ha già portato via.

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