di Manuela Binetti, 3BL
Il calcio femminile è uno sport di squadra che affonda le sue radici in Paese europeo, quale la Gran Bretagna. Questa disciplina, nata negli anni ‘20, incontrerà subito il primo ostacolo, creato proprio dalla sua patria fondatrice. Nonostante i numerosi divieti imposti, le calcettiste continueranno a cercare di affermarsi e, finalmente, nel 1990, avranno l’opportunità di partecipare al primo mondiale. Oggigiorno il calcio femminile sta prendendo piede, anche se la strada per raggiungere l’equità pare ancora lunga. Tuttavia ha cominciato ad acquisire popolarità e, perciò, anche star individuali. Per questo motivo ho posto alcune domande a due promesse del calcio femminile: Ilvia Gisondi e Maria Soldani, che frequentano proprio il liceo “Leonardo Da Vinci” di Bisceglie.
Maria Soldani e Ilvia Gisondi giocano entrambe nella “New Bisceglie girls“. Maria pratica questo sport da ormai 7 anni. La sua passione, però, è nata fin da piccola, quando si divertiva a tirare calci ad un pallone con le sue cugine sotto casa.
Anche la passione di Ilvia nasce sin dalla tenera età, poiché è cresciuta in una famiglia amante del calcio. Spesso guardava in TV le partite della squadra per cui tifava e, durante l’estate, giocava a calcio in campagna con i suoi parenti. Ha seguito quindi le orme dei suoi parenti e anche di sua sorella maggiore. Le due sorelle avevano, infatti, in comune la stessa passione. Ilvia, quando era più piccola, ha ricevuto anche critiche per aver cominciato a praticare uno sport che, ancora oggi, è pensato prettamente maschile. Per fortuna la ragazza non ci ha dato molto peso, anzi questo le ha dato ancora più voglia di continuare, per dimostrare a queste persone che si sbagliavano.
Anche Maria ha subito discriminazioni, principalmente dai ragazzini che si divertivano a fare i “bulletti”. Anche dalle persone più care a lei, però, non sono mancate le critiche, soprattutto riguardo a come sarebbe diventato il suo fisico continuando a praticare questo sport. Sostenevano, infatti, che avrebbe perso la sua “femminilità”.
Entrambe, quindi, appoggiano l’idea che le discriminazioni persistono ancora ai giorni d’oggi, ma loro sono la dimostrazione che se la passione c’è, nulla potrà deviarti dal continuare per la tua strada.
Attualmente le due ragazze hanno ottenuto traguardi importanti. Maria, ad esempio, è stata convocata alla “future cup”, cioè un torneo a livello nazionale, che comprende le migliori 48 calcettiste. Chiaramente essere una tra queste le fa molto onore. I suoi idoli, essendo portiere, sono “Sestari” e “Duda”, entrambe portieri con molto carattere. Secondo lei il carattere è una delle cose che conta di più in un portiere. Ilvia, al contrario, non si ispira a nessuna giocatrice in particolare, bensì guarda le sue compagne di squadra e i loro traguardi e spera di raggiungerli anche lei. Per scaramanzia la calcettista porta sempre un elastico nero al polso. Maria, invece, batte il dieci e il pugno a tutte le sue compagne e, con l’altro portiere, si dicono una parola che il loro preparatore le dice sempre, che le aiuta a spronarsi. Il suo motto è “Ab ima pectore“, che significa “dal profondo del mio cuore”, invece quello di Ilvia è “rischia di più”.